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mercoledì 21 settembre 2011

Yogjakarta

Ho concluso l'ultimo post dicendo " Speriamo che ci vada bene come la prima volta!"... ultime parole famose! Arrivati all'aereoporto di Yogjakarta, prendiamo l'autobus per Maliboro Street dove li ci aspetterà il nostro hoster. Incontriamo Erass davanti ad un'agenzia di viaggi dove lui lavora. Aspetto un pò trasandato (un  pò tanto) ma simpatico a pelle, subito mi viene da pensare:" Se il suo aspetto è questo, figuriamoci la casa!!" e già temevo. Difatti non mi sbagliavo, l'impatto con la casa di Erass è stato forte (in negativo ovviamente). La nostra stanza era composta da un materasso in gommapiuma buttato in un angolo per terra, senza una briciola di cuscino. In ingresso c'era un materrassino sporchissimo buttato per terra, un piatto con degli avanzi di cibo e varie scritte sul muro color verde ospedale. Questo è niente, dopo aver visto il "bagno", tra virgolette perchè quello era tutto al di fuori di un bagno. Il pavimento non esisteva o meglio era solo cemento per terra, senza lavandino, senza doccia, ne tazza per i bisogni ma solo una turca senza luce all'interno. Potete immaginare che goduria!! Questo di che era un bel problema, ogni volta che dovevo andare nel "bagno degli orrori" temevo che scappasse fuori qualche ratto. Però nonostante tutto volevo rimanere almeno una notte li, solo per il gusto di provare una nuova, meno piacevole, esperienza di viaggio. Infatti abbiamo resistito una notte sola, la mattina dopo abbiamo ricomposto i bagaglie siamo scappati a cercare un albergo, con il mal di testa tutti e due a causa del gran casino di macchine, scooter ecc. che abbiamo sentito per tutta la notte, perchè la casa si trovava proprio sulla via più trafficata della zona!
Il giorno dopo decidiamo di affittare uno scooter e andare a visitare il vulcano che si trova a 25 km da Yogjakarta. L'ultima sua eruzione ha causato 400 morti nel raggio di 30 km, poco tempo fa.
La sera andiamo in un locale, dove fanno musica dal vivo, con Jimmi, l'amico che abita con Erass. Volevamo dileguarci dopo il primo minuto dentro ma appena è arrivata la caraffa di vodka e leechy, ci siamo attaccati, uno shot dopo l'altro per farcela prendere bene. Dopo qualche canzone, una ragazza è salita sul palco per festeggiare il suo compleanno con tanto di torta e candeline e io, già un pezzo in la a causa degli shots, ho fatto finta che fosse anche il mio compleanno, sono salita sul palco, ho spento le candeline dell'altra festeggiata e ho detto (in italiano davanti ad un pubblico di soli indonesiani) " Tanti auguri a me anche se non è il mio compleanno!", tutti hanno applaudito pur non avendo capito nulla.
L'ultimo giorno ci siamo avventurati in un quartiere lungo il fiume, come un piccolo villaggio staccato dalla città. Qui sono abituati a vedere pochi turisti ma l'accoglienza è decisamente buona. Notiamo subito che è un quartiere molto povero ma le persone che incontriamo per i vicoletti ci rivolgono saluti e sorrisi, qualche bambino ci chiede dei soldi e si trovano galli ruspanti (enormi) che girano liberi per i vicoli.
Il quarto giorno partiamo di nuovo per una nuova destinazione e con l'ennesimo aereo. Questa volta tocca a Bali.

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