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lunedì 3 ottobre 2011

Bali, (Kuta).

La sera dell'8 settembre arriviamo a Bali, Kuta. Dopo qualche ricerca troviamo alloggio in una guesthouse decisamente carina ed accogliente. Facciamo subito amicizia con il proprietario, Newman, un indonesiano molto gentile e simpatico.
La mattina seguente dicidiamo di andare a Dreamland Beach, una delle spiaggie più famose e frequentate da surfisti. Affittiamo uno scooter e ci facciamo sti 25 km di tragitto. Arrivati a detinazione ci si presenta davanti una spiaggia molto grande, con rocce e un mare con onde decisamente da surf! Nonostante la bellezza del posto, Dreamland non rimarrà tra i miei ricordi più belli a causa degli "inconvenienti" che si presenteranno da li a pochi minuti. Proprio mentre mi sdraio al sole per abbronzarmi e rilassarmi un pò, la mia dolce metà ne combina una delle sue! Impegnato a fotografare la spiaggia, non si accorge di avere l'Iphone nella tasca del costume mentre è in riva al mare e, dopo un paio di onde, l'Iphone è andato! Non contento del danno appena fatto, nell'arco di mezz'ora, riesce a perdere pure le chiavi dello scooter! (Ecchecazzo!!). Un ragazzo indonesiano, gentilmente si offre di aiutarci a risolvere almeno il problema delle chiavi e chiama un meccanico che arriva direttamente sul posto e in un quarto d'ora circa, con vari tentativi e munito di attrezzi del mestiere, riesce a riprodurre una copia perfetta delle chiavi perse, non so nemmeno io come!! A dirlo così sembra impossibile e invece, con soli 12 euro, ci ha salvato da quel casino. Per concludere in bellezza "la giornata sfigata a Dreamland" (che nel frattempo più che un sogno era diventata un incubo), mi rubano pure le mie bellissime infradito a pois! Risultato: Torniamo a casa con l'Iphone rotto, chiavi del motorino contraffatte e io con i piedi scalzi! Dreamland Beach: una pietra sopra.
Il giorno dopo andiamo ad Uluwatu, che si rivelerà un posto meraviglioso, sperando di dimenticare il giorno precedente. Uluwatu dista circa 30 km, ed è decisamente una delle spiaggie più spettacolari che io abbia mai visto. Poca sabbia e molte rocce, poche persone e molti surfisti e un tramonto da mozzare il fiato! Questa è decisamente una tappa da fare se si capita a Bali.
Decidiamo di rimanere a Kuta un paio i giorni in più, non perchè Kuta ci piaccia particolarmente, anzi, ma solo per vedere se si riusciva a rimettere i vita l'Iphone (indispensabile quando si viaggia, soprattutto per le mappe), ma vista l'impossibilità della cosa, alla fine Gianluca ne comprerà un altro.
Kuta si è rivelata tutt'altra cosa da quello che ci aspettavamo, troppo traffico e smog, troppo commerciale (specialmente Legiam Street piena di discoteche e australiani ubriachi e fastidiosi), troppo turistica e con una spiaggia che non era un granchè.
L'ultima sera compriamo i biglietti per le Isole Gili il giorno dopo, ceniamo e ci beviamo una birra in spiaggia. Mentre torniamo a casa, vedo spuntare da un vicoletto buio una palla di pelo a quattro zampe che scodinzola alla nostra vista. E' un bellissimo cucciolo di cane abbandonato di neanche un mese color miele che ci fa sciogliere nel giro di una manciata di secondi. Senza pensarci due volte lo prendiamo e lo portiamo a casa con noi. Gli leviamo un paio di zecche, che aveva dietro le orecchie, lo facciamo giocare con la pallina e lo riempiamo di coccole e amore per tutto il tempo. Andiamo al supermarket per comprargli del latte, ma quello che troviamo è solo latte alla vaniglia e sembra proprio non dispiacergli. La notte si addormenta prima di noi ai piedi del letto, senza disturbare nessuno. La mattina ci dobbiamo svegliare alle 5 (alla fine 3 ore di sonno) ma quello che doveva essere un risveglio traumatico si rivela tutt'altro: Il nostro cucciolo è li ai piedi del letto che scodinzola e ci fa le feste e a me si riempe il cuore di gioia! Lo facciamo mangiare e poi ci prepariamo per uscire. Aspettiamo l'autista che ci porterà al porto. Nel frattempo pensiamo che è meglio provare, in quel poco tempo rimasto, a trovargli un padrone che lo possa tenere, anche se la nostra intenzione era quella di portarlo con noi alle Isole Gili, ma dopo un mese sarebbe stato ancor più doloroso separarci da lui. Il destino ha voluto che un minuto prima che arrivasse l'autista, riesco a trovare una ragazza che si offre di tenerlo. La ragazza mi ha subito fatto una buona impressione e oltretutto aveva già un cane ed uno spazio disponibile. Così con il nodo in gola e qualche lacrimuccia abbiamo salutato il nostro amico a 4 zampe, ma alla fine contenti di averlo salvato dalla strada. E' proprio vero che l'amore che ti da un cane è immenso e lascia il segno!! Buona vita palla di pelo...

mercoledì 21 settembre 2011

Yogjakarta

Ho concluso l'ultimo post dicendo " Speriamo che ci vada bene come la prima volta!"... ultime parole famose! Arrivati all'aereoporto di Yogjakarta, prendiamo l'autobus per Maliboro Street dove li ci aspetterà il nostro hoster. Incontriamo Erass davanti ad un'agenzia di viaggi dove lui lavora. Aspetto un pò trasandato (un  pò tanto) ma simpatico a pelle, subito mi viene da pensare:" Se il suo aspetto è questo, figuriamoci la casa!!" e già temevo. Difatti non mi sbagliavo, l'impatto con la casa di Erass è stato forte (in negativo ovviamente). La nostra stanza era composta da un materasso in gommapiuma buttato in un angolo per terra, senza una briciola di cuscino. In ingresso c'era un materrassino sporchissimo buttato per terra, un piatto con degli avanzi di cibo e varie scritte sul muro color verde ospedale. Questo è niente, dopo aver visto il "bagno", tra virgolette perchè quello era tutto al di fuori di un bagno. Il pavimento non esisteva o meglio era solo cemento per terra, senza lavandino, senza doccia, ne tazza per i bisogni ma solo una turca senza luce all'interno. Potete immaginare che goduria!! Questo di che era un bel problema, ogni volta che dovevo andare nel "bagno degli orrori" temevo che scappasse fuori qualche ratto. Però nonostante tutto volevo rimanere almeno una notte li, solo per il gusto di provare una nuova, meno piacevole, esperienza di viaggio. Infatti abbiamo resistito una notte sola, la mattina dopo abbiamo ricomposto i bagaglie siamo scappati a cercare un albergo, con il mal di testa tutti e due a causa del gran casino di macchine, scooter ecc. che abbiamo sentito per tutta la notte, perchè la casa si trovava proprio sulla via più trafficata della zona!
Il giorno dopo decidiamo di affittare uno scooter e andare a visitare il vulcano che si trova a 25 km da Yogjakarta. L'ultima sua eruzione ha causato 400 morti nel raggio di 30 km, poco tempo fa.
La sera andiamo in un locale, dove fanno musica dal vivo, con Jimmi, l'amico che abita con Erass. Volevamo dileguarci dopo il primo minuto dentro ma appena è arrivata la caraffa di vodka e leechy, ci siamo attaccati, uno shot dopo l'altro per farcela prendere bene. Dopo qualche canzone, una ragazza è salita sul palco per festeggiare il suo compleanno con tanto di torta e candeline e io, già un pezzo in la a causa degli shots, ho fatto finta che fosse anche il mio compleanno, sono salita sul palco, ho spento le candeline dell'altra festeggiata e ho detto (in italiano davanti ad un pubblico di soli indonesiani) " Tanti auguri a me anche se non è il mio compleanno!", tutti hanno applaudito pur non avendo capito nulla.
L'ultimo giorno ci siamo avventurati in un quartiere lungo il fiume, come un piccolo villaggio staccato dalla città. Qui sono abituati a vedere pochi turisti ma l'accoglienza è decisamente buona. Notiamo subito che è un quartiere molto povero ma le persone che incontriamo per i vicoletti ci rivolgono saluti e sorrisi, qualche bambino ci chiede dei soldi e si trovano galli ruspanti (enormi) che girano liberi per i vicoli.
Il quarto giorno partiamo di nuovo per una nuova destinazione e con l'ennesimo aereo. Questa volta tocca a Bali.

Jakarta, 5/09/2011

Il 2 settembre siamo finalmente partiti da Kuala Lumpur. Sveglia alle 6 di mattina, un trauma!
Sul volo Kuala Lumpur-Jakarta abbiamo conosciuto un ragazzo spagnolo, che parlava benissimo italiano e tra una chiacchiera e l'altra ci ha dato alcune dritte su dove andare e cosa vedere qui in Indonesia (con l'aiuto della Lonley Planet), così abbiamo potuto decidere meglio le nostre tappe.
Questa volta invece di prenotare l'albergo, o ostello che sia, abbiamo voluto sperimentare il "couch surfing" e direi che ci è andata molto bene!
Siamo stati ospiti di Yudi, un ragazzo indonesiano, per 3 giorni, 2 giorni a casa sua a Jakarta e un giorno a Bogor (ad un'ora dalla capitale), dalla sua famiglia. Ad un'ospitalità così non ero proprio abituata, in Italia è difficilissimo incontrare persone disponibili a ospitare gente sconosciuta. Casa nostra e vitto e alloggio gratis, solo per avere uno scambio culturale che varia a seconda delle tradizioni, lingua e cultura. E' stata una bellissima esperienza, abbiamo appreso cose che non avremo mai potuto scoprire e fossimo andati semplicemente in albergo. La mamma di Yudi, musulmana con una mentalità molto aperta, quasi occidentale, ha cucinato per noi vari piatti sudanesi. Io ho voluto provare tutto (come è giusto che sia quando si viaggia), mi piace assaporare gusti e colori del cibo di ogni posto in cui vado e raramente mi sono pentita di averlo fatto, pur essendo la cucina asiatica molto differente dalla nostra, soprattutto per le spezie.
Grazie all'esperienza del couch surfing, abbiamo conosciuto altri ragazzi indonesiani amici di Yudi, che a loro volta ospitano, tutti molto simpatici e sorridenti. Questa a quanto pare è la caratteristica della gente che vive qui.
Il primo giorno girando per Jakarta, siamo stati piacevolmente sorpresi dal fatto che la gente ci fermava per strada chiedendoci di fare una foto con loro! La cosa inizialmenteci ha stranito un pò,poi Yudi ci ha spiegato che a loro piace fare le foto insieme ai turisti, specialmente gli europei e americani, non essendo molti a Jakarta. Dopo un paio di foto ci ho preso gusto! Manco fossi Ledy Gaga!! Ci fermavano le ragazzine, i ragazzi (attratti soprattutto dal mio braccio colorato), bambini e signori adulti! Amazing! Posso proprio affermare che la popolazione indonesiana è fatta da gente allegra, dorridente, gentile e disponibilecome non mai.
In questo momento mi trovo in aereoporto a Jakartain attesa del volo che ci porterà a Yogjakarta (terzo aereo in una settimana!!), dove li ci aspetta Erass, il ragazzo che ci ospiterà per i prossimi 3 giorni. Speriamo che ci vada bene come la prima volta!

giovedì 1 settembre 2011

Kuala Lumpur, the city.

Effettivamente me l'aspettavo diversa questa città. Non c'è poi molto da vedere. Descrivendola in poche parole posso solo dire che è una città molto caotica (apparte la sera), abbastanza sporca lungo i marciapiedi e completamente tappezzatada bandiere malesi. Per strada incontri tantissimi indiani, cinesi e ovviamente malesi (che sono un misto tra cinesi e indiani).
Il primo giorno sono andata a vedere le "Petronas Tower", il quinto grattacielo più alto del mondo, simbolo di Kuala Lumpur. Due torri gemelle alte 452 metri, attraversate da un ponte nel mezzo, e costituiscono una delle più imponenti opere dell'ingegneria umana. Di notte però, fanno tutto un altro effetto con l'illuminazione che le rende ancora più maestose!
Qui essendo un paese musulmano, non mancano moschee. La prima che ho visitato è stata "Masjid Jamek" dove ho dovuto indossare una tunica tradizionale con copricapo (sembravo un'ucraina degli anni '80!). Il caldo che ho patito in quei dieci minuti non potete capire! Ogni volta che vedo in giro le donne musulmane così coperte mi viene appunto da pensare:" Ma non muoiono di caldo?!", ma ogni paese ha le sue tradizioni e bisogna rispettarle.
Già che eravamo in zona, abbiamo visitato anche un tempio indù, "Sri Mahamariamman Temple" (che dal nome sembra uno sciogli lingua), molto colorato, circondato da statue rappresentanti divinità indù, come la dea Calì.
Il secondo giorno è stata "un'avventura" arrivare alle "Batu Caves". Pensando di metterci meno tempo, abbiamo deciso di prendere la metro per raggiungere le grotte. Non l'avessimo mai fatto! In primis abbiamo sbagliato treno, cioè direzione, quindi siamo scesi dopo due fermate dirigendoci verso la parte giusta, ma dopo 40 minuti buoni di attesa, con un caldo e un'umidità inimmaginabili (dove ho rischiato anche il collasso), ci siamo arresi e abbiamo preso il primo taxi ( teski in malese) sgarrupato e zozzo che passava di li. Arrivati alle grotte, dopo un gelato e una bottiglietta d'acqua gelida, per riprendersi dal caldo, noto subito che per arrivare in cima alle "Batu Caves" c'è una scala ripidissima e lunghissima da fare! Armati di fiato l'attraversiamo e mi accorgo  che lungo di essa ci sono un sacco di scimmiette libere tra i visitatori. Ogni tanto se ne vedeva una con pacchi di patatine o noccioline in mano, rubate a qualche turista distratto. Che figlie di mignotta le scimmie!! Arrivati in cima c'era un tempio indù circondato da stallatiti.
Questo è tutto quello che ho potuto vedere di Kuala Lumpur. Domani, direi per fortuna, si riparte per una nuova città! Direzione Jakarta, Inonesia.

martedì 30 agosto 2011

Arrivo a Kuala Lumpur (28 Agosto 2011)

Dopo due settimane in Thailandia, la prima a Hua Hin a casa di mio zio e di sua moglie thailandese, la seconda a Phuket, Kata, sperando in qualche giorno di sole pur sapendo che andavamo incontro alla stagione delle pioggie.Abbiamo, come da programma, beccato solo acquazzoni in questi giorni, così abbiam deciso di tornarci verso fine novembre, primi di dicembre,periodo più azzeccato per poi visitare anche le isole li intorno. Sono le isole dalle spiaggie paradisiache e dal mare cristallino ad essere la nostra vera meta. Comunque sia , decisi di "scappare" dalla pioggia di Phuket abbiamo deciso (in poche ore) di prenotare la nostra prossima tappa e di partire il giorno dopo per Kuala Lumpur, capitale della Malesia. Eccoci arrivati proprio oggi, dopo solo un ora e mezza di volo, un'ora buona di fila all'Immigration e un'altra oretta di aereobus e metropolitana. Alla fine, tra una cosa e un'altra, siamo arrivati al "Palmmer Gesthause" alle 19.00. Tempo di posare le valigie, sistemare delle cose e fare la pipì, siamo scesi giù in strada tra mercatini, negozi e ristoranti tipici. Accecata dalla fame , mi sono diretta nel primo posto dove si poteva mangiare. Cosa fosse quella roba non lo so, ma sembrava commestibile: ho scelto un piatto che dalla foto sul menù mi ispirava, ma alla fine si è rivelato essere una sottospecie di piada con attorno una salsa rossa piccante, un piatto indiano, tutto qui! che delusione! Dopo 2 minuti avevo più fame di prima.
Tornati in camera, subito doccia (nei bagni in comune , prima volta che li sperimentavo anche se ne avrei benissimo fatto a meno) e un impellente desiderio di letto (che poi si è rivelato un incubo, a causa delle "cimici dei letti" presenti sul materasso!!).

sabato 27 agosto 2011

Mooay Thai

La settimana scorsa a Hua Hin, dopo essere andata a mangiare una pizza eccellente alla " Pizzeria Roma" (gestita da un simpatico signore di Ravenna che vive li da ormai vent'anni), sono andata a vedere un incontro di mooay thai al Thai Box Garden di Hua Hin. Devo ammettere che inizialmente la cosa non mi interessava più di tanto e invece mi sono ricreduta. E' stato piuttosto divertente e coinvolgente vedere questi ragazzi, per lo più giovanissimi, prendersi a pugni, ginocchiate, gomitate e via dicendo, che ad un certo punto senza accorgermene, mi sono ritrovata a strillare sugli spalti, come una vera "tifosa"!!
Il primo incontro mi ha esaltato particolarmente: Un ragazzino che ad occhio e croce avrà avuto 17 anni, contro una ragazza, più o meno della stessa età. Non so  il perchè ma appena sono saliti sul ring, quando ancora stavano facendo la danza propiziatoria di mooay thai, io puntavo sulla ragazza,l'avrei data vincente al 90%. Indovinate chi ha vinto?! Proprio lei, " Million Dollar Baby" ;-) Con un super destro proprio dritto su quel povero ragazzino. E' bastato un solo pugno a stenderlo al tappeto a quattro di bastoni! E poi dicono che le donne sono più fragili e non possono fare quello che fa un uomo. Tiè!! Ecco la dimostrazione!
L'ultimo incontro invece mi ha divertito particolarmente,ma divertito nel vero senso della parola! Due ragazzine di 15 anni appena,che menavano come delle forsennate! La tecnica del mooay thai qui lasciava un pò a desiderare (un pò tanto), diciamo che i pugni li tiravano a caso un pò come veniva, ma la cosa era divertentissima perchè questi "due angioletti" erano una più indiavolata dell'altra. Alla fine hanno pareggiato o forse era più un "pareggio di consolazione".

lunedì 22 agosto 2011

Elephant Village

L' Elephant Village è il villaggio degli elefanti qui a Hua Hin.
Appena entrata ho visto un elefante che per attirare l'attenzione dei visitatori "ballava" muovendo a tempo le zampe e la proboscide, indicanzo la cassetta delle mance per farsi mettere qualche spicciolo. Poveri elefanti, che gli tocca fare per qualche banana in più :-( 
Ho avuto il piacere di dare da mangiare ad uno di loro (cosa che non avevo mai fatto prima d'ora, nemmeno allo zoo quando ero piccola, anche se li si usavano più le noccioline che le banane). Mi divertiva vederli ingoiare una ventina di banane alla volta riuscendo ad afferrarle tutte con la sua lunga proboscide (ed io che mi preoccupavo di dargli una banana alla volta e pure sbucciata ahahah!!).
La cosa che mi rattristisce sempre è il vedere questi animali "sfruttati" solo per business turistico (penso: chissà quante frustate ha dovuto prendere per imparare a fare l'inchino), dagli elefanti, ai delfini che spesso e volentieri possiamo vederli esibirsi nei vari parchi tematici, ecco preferirei stessero liberi nei loro ambienti naturali.

giovedì 18 agosto 2011

Thailandia... seconda Tappa.

Dopo 3 mesi ho lasciato Hong Kong. Il 14 Agosto siamo finalmente arrivati in Thailandia, a Hua Hin, una città a 2 ore da Bangkok. 
Durante il tragitto in macchina non ho potuto non far caso alla gente che girava tranquillamente su uno scooter in 3 o 4, senza casco. Per me che sono italiana è molto strano, di queste scene non se ne vedono, almeno che non vai in qualche quartiere di Napoli. Oltre a questo per strada puoi anche notare camioncini, aperti dietro, adibiti a minibus che trasportano persone: tuc-tuc; taxi colorati; scooter contromano; vacche libere; una marea di cani randagi e chi più ne ha, più ne metta!
Per spostarti qui a Hua Hinhai bisogno di uno scooter o una macchina, preferibilmente un due ruote, è più comodo in certi posti e poi la benzina costa poco. Con 120 Bat Thailandesi (3-4 euro) fai il pieno allo scooter!

giovedì 11 agosto 2011

Ocean Park

Ocean Park è un parco tematico diviso in due parti: La prima parte è più un "Parco a tema", dove puoi osservare diversi tipi di animali; la seconda è un "Parco divertimenti" con svariate giostre.
Per passare da una parte all'altra puoi scegliere di prendere la funivia, godendoti il panorama dall'alto, oppure un "treno speciale" che attraversa la montagna dall'interno.
La prima cosa che sono andata a vedere appena entrata sono stati i pesci, alcuni che non avevo nemmeno mai visto! Le specie più strane che ho visto sono stati i "granchi giganti": Granchi di dimensione esagerata, non potete capire che bestie che erano (Sembravano usciti da un film horror!)!!Razze enormi, pesci da dai colori e sfumature particolari e soprattutto forme mai viste prima.
La cosa che però mi incuriosiva più vedere erano i Panda, anche perchè non ne avevo mai visto uno prima d'ora. Devo dire che sono stata davvero felice di vedere quest'orsetto dagli occhi neri. Era così tranquillo seduto nel suo recinto di fronte ai suoi visitatori, mentre si gustava il suo piatto preferito: Le canne di Bambù. La cosa che mi ha colpito sono stati i suoi atteggiamenti così umani, proprio nel modo in cui stava sdraiato, come a dire: "Che palle stare tutto il giorno chiuso in questo recinto!!", era troppo buffo!!
Ho avuto anche la fortuna di vedere il Red Panda chiamato anche "Firefox" un misto tra volpe, panda e gatto; la faccia ricordava quella di un gatto, il corpo quello di una volpe (coda compresa) e le zampe di un panda. Aveva un pelo bellissimo , folto e di colore rosso.
Nella seconda parte la cosa che mi è piaciuta di più sono state le foche e i leoni marini. E' stato divertente vedere come litigavano per qualche pesce da mangiare.
Per il resto le giostre non le ho fatte, causa troppa fila.

mercoledì 27 luglio 2011

Impalcature con canne di bamboo

Guardo dalla finestra e vedo che sul palazzo di fronte al mio stanno facendo i lavori: Precisamente stanno montando le impalcature. Voi penserete: "Beh, quindi??". Le cose strane che mi incuriosiscono e mi tengono attaccata alla finestra a guardare questi operai sono diverse. Prima di tutto le assi con il quale montano l'impalcatura non sono di ferro come da noi, bensì semplici canne di bambù! La domanda che mi pongo e si pongono tutti gli stranieri immagino, è: " Ma come fanno a costruire interi grattacieli usando le canne di bambù?? Saranno sicure e resistenti?". Beh evidentemente sì!
Ma la cosa più sconcertante è che queste canne vengono legate a mano con dei laccetti di plastica! Non sto scherzando!
Osservando bene ho potuti notare che alcuni di loro non hanno nemmeno protezioni (a parte il casco), ma lavorano sospesi nel vuoto ad altezze da brividi. Mannaggia a 'sti cinesi!!

lunedì 18 luglio 2011

Jumbo Floating Restaurant

Questa domenica sono stata al Jumbo Floating Restaurant. Non è altro che un ristorante sull'acqua in mezzo al porto di Aberdeen. 
Per raggiungerlo bisogna prendere il Ferry che ti porta direttamente all'entrata del Jumbo (gratuitamente) oppure il Sempai, però essendo privato è a pagamento.
Attraversando il porto con il Ferry puoi vedere pescherecci ancorati, yacht, gommoni, barche-ristoranti dove vivono intere famiglie.
Arrivati davanti al Jumbo rimani a bocca aperta: Luci, colori, hostess che ti accolgono all'ingresso con costumi cinesi tradizionali, statue di draghi lungo le scale  e mosaici cinesi tradizionali.
Entrata al ristorante, ho notato subito che si trattava di un posto di un altro livello: Elegante, di lusso e direi al quanto costoso per essere in Cina. Ti accorgi subito che è costoso non appena dai un'occhiata al menu! Per esempio un piatto di verdure bollite 125 dollari di HK ( 11 Euro ), o un piatto di riso 150 dollari di HK ( 14 Euro ). Di media in due persone si spende sui 30/40  Euro a testa escluse le bevande. In Italia è anche normale questa cifra, ma qui in Cina è davvero tanto.
Se vuoi un ricordo del Jumbo, all'interno del ristorante c'è il fotografo che alla "modica cifra" di 90 HK dollars la singola foto e 15 HK dollars la coppia, ti fa la foto con in dosso il costume tradizionale cinese comprensivo di copricapo.
Nonostante sia costoso rispetto la media dei ristoranti cinesi, vale assolutamente la pena andarci almeno una volta! 


QUESTO E' IL VIDEO DELL'ARRIVO AL JUMBO FLOATING RESTAURANT:


http://hongkongitalia.blogspot.com/2011/07/cibo-ristoranti.html

venerdì 15 luglio 2011

LKF

Oggi si va a Lan Kwai Fong, uno dei quartieri più conosciuti, frequentati e in parte costosi di Hong Kong.
Esci dalla metropolitana, fermata "Central", attraversi D'Aguilar Street, zona LKF (Lan Kwai Fong) e ti ritrovi circondato da una miriade di locali, pub, discoteche, gente proveniente da tutti i paesi del mondo e un sacco, ma proprio un sacco di Casino!!!
Hai l'imbarazzo della scelta su dove andare a bere, puoi trovare dal locale tipico indiano a quello arabo, da quello francese a quello italiano, da quello australiano a quello thailandese, da quello messicano a quello inglese... Insomma ce n'è per tutti i gusti.
Martedì scorso sono venuta a LKF a bere una birra in un locale arabo-egiziano. Abbiamo mangiato piatti tipici loro e fumato il Narghilè, ideale per passare una serata diversa, ma attenti a non esagerare perchè quando ti arriva il conto ti prende un colpo! Solo il Narghilè costa 150 dollari di Hong Kong.
C'è il "Balalaika", dove puoi entrare all'interno di una stanza tutta fatta di ghiaccio e la temperatura è decisamente mooolto fresca, infatti puoi notare alcune persone con la pelliccia che sorseggiano il loro drink seduti su delle lastre di ghiaccio. Con il caldo e l'umidità che c'è qui adesso, è solo un piacere stare li dentro!

Io vado spesso al Bisous a Lan Kwai Fong, proprio attaccato a Soho, in questo locale al nono piano della LKF Tower (33, Wyndham Street) tutto stile burlesque, dove puoi assistere a spettacoli parodistici durante la serata. Se amate i posti eleganti, curati nei particolari e con gente selezionata, il Bisous è perfetto!

Comunque è inevitabile non andare a Lan Kwai Fong semmai voi vi troviate qui, lo consiglio a tutti.

giovedì 14 luglio 2011

Wan Chai... casa dolce casa...

Io abito a Wan Chai, Lockhart Road che secondo me è la via più " Rock " di Hong Kong!! Scendo dal portone di casa e mi ritrovo a camminare tra un night e l'altro con tante "signorine di strada" ( a volte orribilmente acchittate) che tentano di trascinare dentro al loro "ovile" qualche povero ometto solitario: Se ti distrai un attimo provano a portarti via anche il tuo ragazzo! A parte questo, Lockhart Road è una delle zone più vive di Wan Chai: Piena di locali, pub, discopub oltre che di nights e mignotte. Il Mercoledì è la serata ideale per divertirsi e spendere poco o niente perchè le donne possono bere GRATIS tutta la notte, in quasi tutti i locali, come ho fatto io ieri che passavo da un pub all'altro sempre con il bicchiere pieno in mano, pur non avendo mai toccato il portafoglio. Mica male eh?!? ;-) Per fortuna ho anche scoperto un paio di locali dove fanno musica rock dal vivo, sono fenomenali. Con tutta quella musica commerciale non potevo andare avanti a lungo!!

mercoledì 13 luglio 2011

Il Pasticciaro sotto casa è un grosso problema ma... quant'è buono!!

A proposito di cibo, sotto casa mia c'è Maxim's Cakes, la mia rovina! Non potete capire quanto sono buoni quei dolcetti e soprattutto quanto costano poco (4 dollari l'uno). Ne potete trovare di tutti i tipi e di tutti i gusti, cioccolato, crema, cocco (mio preferito), al limone, all'uovo ecc. Per forza poi uno è tentato a mangiarli ogni giorno ed io sono vicina nel farlo!! Quindi io consiglio di provarli se mai vi capiterà di passare da qui ed è anche facile da trovare visto che c'è un "Maxim's Cakes" ogni fermata di metropolitana. Provare per credere!
( Questo meritava uno spazio tutto suo ;-) )

martedì 12 luglio 2011

Il Cibo... il mio punto debole!

Prima di partire pensavo sarei dimagrita stando in Cina... Sì, sì certo come no! Mangio più di prima, ma siccome durante il giorno cammino tanto (il bello di non avere la macchina) forse la cosa è giustificata.
Il cibo è molto poco grasso (perchè non usano ne burro ne formaggi), ma molto vasto. I noodle sono tipici spaghetti cinesi che ti vengono riproposti in tutte le salse: Con brodo, senza brodo, con verdure, con la carne, con le uova ecc. Il Ramen, tipici spaghetti giapponesi, vengono serviti con "di tutto un pò" dentro. Ci sono poi i Dumpling (i miei preferiti) ravioloni ripieni di carne e verdure, fritti o bolliti, buonissimi se li inzuppi nella salsa di soia. Diciamo che questi sono i piatti principali che puoi trovare in qualsiasi ristorante di Hong Kong, poi ci sono mille altre specialità.
Il bello di questa città è anche il fatto che per strada ogni mezzo metro c'è un ristorante (fidatevi, ogni mezzo metro!). E' pazzesco il numero di ristoranti che ci sono e soprattutto è molto strano che sono già pieni di gente alle 16/17.00 del POMERIGGIO e chiudono alle 22.00 massimo 22.30. Certi anche alle 21.30! Boh sò strani 'sti cinesi! Comunque la cosa positiva è che in generale una cena al ristorante, soprattutto i ristoranti tradizionali cinesi dove è raro vedere uno straniero, ti viene a costare una media di 7 euro a testa e ti riempi per bene ;-).

Hong Kong prima tappa...

MI ERO ROTTA DI TUTTO!! Mi sono chiesta: "Cos'ho da perdere qui? C'è qualcosa che mi lega a questo posto? ... Niente!". Bene, partiamo allora... Così sono partita insieme a lui.
Prima tappa: HONG KONG. Perchè Hong Kong? Hong Kong perchè mi ha sempre affascinato l'oriente e di questa di questa città ne avevo già sentito parlare bene, quindi non mi sembrava niente male partire proprio da qui.
Nell'attesa prima della partenza fantasticavo su questa città, pensando a cosa avrei visto, mangiato, chi avrei conosciuto, dove avrei dormito, se sarei mai riuscita a trovare un "lavoretto": Mi piaceva immaginare tutto questo e mi è piaciuto ancor di più realizzarlo davvero.